B1 -
LEGGERE (30 minuti)
Prima
parte (14 punti)
Leggete il brano seguente, tratto da Weekend. A Tavola di Gianfranco Vissani, in Il Venerdì di «Repubblica»
(6 febbraio 2004, p. 122) e rispondete alle domande della sezione successiva.
Cari cannoli, a Carnevale siete
fritti
Ripieni di ricotta e canditi,
sono tipici di queste feste. Ma attenti a come li cuocete.
Oggi i cannoli siciliani si trovano e si
apprezzano durante tutto l’anno, ma nella società contadina, in cui i dolci
scandivano i periodi delle feste, erano tipici del Carnevale. Come dice il
nome, per prepararli si avvolge la pasta intorno allo stampo cilindrico, una
sorta di canna, poi si frigge e infine si farcisce con un ripieno a base di
ricotta e canditi. Dunque, per la buona riuscita dei cannoli, va usato
l’accorgimento valido per ogni tipo di frittura: l’elemento da friggere deve
essere ben freddo in modo che lo scarto di temperatura con l’olio caldo renda
la frittura fragrante e leggera. Inoltre il tempo di cottura deve essere molto
breve: la pasta è sottile, perciò è sufficiente una rapida immersione
nell’olio. Per preparare il ripieno setacciare la ricotta, aggiungere lo
zucchero a velo e i canditi spezzettati ed amalgamate il composto. Per
preparare la pasta mescolate la farina con lo zucchero, aggiungete il sale,
incorporate lo strutto, i tuorli, il Marsala e aggiungete del vino bianco
quanto basta per ottenere un impasto dalla consistenza soda. Lavorate finché la
pasta non diventa ben liscia, lasciate riposare in frigorifero per almeno
un’ora poi stendete una sfoglia dello spessore di tre millimetri. Tagliate dei
quadrati di tre centimetri di lato, avvolgeteli intorno all’apposito stampo
cilindrico per cannoli sovrapponendo due angoli opposti e bagnandoli con un po’
d’acqua per farli attaccare bene. Lasciate riposare in frigorifero per almeno
mezz’ora poi friggete in olio caldo. Lasciate intiepidire, sfilate i cannoli
dallo stampo, lasciate raffreddare completamente, farcite con il ripieno e
guarnite con ciliegie candite e pistacchi.
SEZIONE DOMANDE
Leggete le seguenti affermazioni
riferite al testo e segnate con una crocetta nell’apposito quadratino solo le 7
affermazioni corrette: per ogni risposta in più vengono calcolati due punti in
meno nella valutazione dell’esercizio.
1. Nella
società contadina i dolci si preparavano in ogni giorno dell’anno.
2. Nella
società contadina i cannoli erano preparati in occasione del Carnevale.
3. Il
nome dei cannoli fa riferimento al modo di prepararli.
4. Per
ottenere un’ottima frittura bisogna raffreddare sempre le cose da friggere.
5. Il
raffreddamento della pasta da friggere è necessario solo per la preparazione
dei cannoli.
6. La
differenza di temperatura fra la pasta e l’olio bollente fa riuscire bene la
frittura.
7. La
pasta dei cannoli deve friggere a lungo per cuocere bene.
8. Nella
preparazione della pasta lo strutto, i tuorli, e il Marsala vanno mescolati a
parte.
9. Il
vino bianco va aggiunto fino a quando l’impasto non raggiunge una consistenza
soda.
10. Bisogna
lasciare la pasta dei cannoli in frigorifero per non più di mezz’ora.
11. Un
po’ d’acqua fa aderire meglio i cannoli allo stampo.
12. Un
po’ d’acqua aiuta a tagliare bene la pasta dei cannoli.
13. I
cannoli si possono togliere dagli stampi anche quando sono caldi.
14. I
cannoli vanno riempiti quando sono freddi.
Seconda
parte (16 punti)
Leggete il foglio di informazioni relative alla spedizione
di pacchi distribuito dalle Poste Italiane. Completate le affermazioni della
sezione successiva scegliendo una delle tre possibilità. Dovete segnare 8
risposte in totale: ogni risposta in più vale due punti in meno.
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il servizio di Assicurazione sul sito www.poste.it o al Numero Verde 803160.
SEZIONE DOMANDE
1. Con il servizio Paccocelere Internazionale
è possibile inviare all’estero:
a) un
pacco che pesa almeno 30 kg.
b) un
pacco che pesa 28 kg.
c) un
pacco che pesa 40 kg.
2. La lettera di vettura:
a) si
deve acquistare negli uffici postali.
b) non
costa nulla.
c) non
è sempre necessaria.
3. Il destinatario:
a) riceve
il pacco direttamente a casa sua.
b) deve
ritirare il pacco presso l’ufficio postale della sua città.
c) può
ricevere il pacco in ogni giorno della settimana.
4. I tempi medi di consegna
previsti:
a) non
comprendono il giorno in cui il pacco è stato spedito.
b) comprendono
il giorno in cui il pacco è stato spedito.
c) sono
validi per tutte le località del mondo.
5. Le procedure doganali:
a) assicurano
il rispetto dei tempi di consegna.
b) possono rallentare i tempi di consegna.
c) a
volte non sono rispettate.
6. Sul sito internet
www.poste.it è possibile conoscere:
a) i
tempi esatti di consegna solo per alcune destinazioni.
b) solo i tempi esatti di consegna per tutte le
destinazioni.
c) il
costo del servizio e i tempi di consegna per tutte le destinazioni.
7. Il codice stampato sulla
lettera di vettura:
a) indica
l’indirizzo della spedizione.
b) è
stampato sulla lettera se si chiama il Numero Verde.
c) consente
di sapere in ogni momento a che punto è la propria spedizione.
8. Il servizio di assicurazione:
a) è
facoltativo.
b) è
obbligatorio.
c) è possibile per tutte le destinazioni.
B2 -
LEGGERE (30 minuti)
Prima
parte (16 punti)
Leggete il brano
seguente di Daniele Cernilli, tratto dal «Gambero Rosso» (marzo 2004, p. 103) e confrontatelo con le
affermazioni riportate nella sezione successiva. Segnate con una crocetta
soltanto le otto affermazioni vere: ogni risposta in più vale due punti in
meno.
Tutti dicono Nero d’Avola
Il Nero d’Avola è il vino del momento. Fa tendenza, è di moda, viene
richiesto da molti, anche da chi non è necessariamente un esperto di vini. È un
fenomeno incredibile, e se solo entraste in un wine bar ve ne rendereste conto
facilmente. Se ne sentono dire di tutti i colori, ma quello che piace, a mio
avviso, è soprattutto il nome. Come è accaduto in passato per il Pinot Grigio,
come accade oggi anche per il Morellino. Nomi legati ai colori, e che si
ricordano con facilità. Non sempre si associano a un sapore preciso o a un
territorio. Però entrano nell’orecchio e non deludono chi sceglie quei vini. Il
passo successivo sarà quello dell’inflazione e della speculazione. Molti
produttori, spesso non certo affidabili, si getteranno come falchi sul business
e cominceranno ad inondare il mercato con vini di scarsa qualità e di basso
prezzo. Chi sa di economia conosce la legge di Gresham, quella che sostiene che
la moneta cattiva scaccia quella buona. Ecco, nel vino può accadere la stessa
cosa, e già si affacciano sul mercato dei Nero d’Avola che non sono quelli di
Morgante, di Planeta, di Cusumano o di Firriato, che producono signori vini con
quel vitigno. Sono Nero d’Avola purchessia, acquistati presso semisconosciute cantine
cooperative a quattro soldi, e messi in vendita con etichette improbabili. È
facile prevedere che tra poco la moda ne distruggerà la qualità e
l’appetibilità. Un suicidio annunciato, quindi, anche perché i produttori
siciliani più bravi non riescono a mettere dei paletti, non riescono a
difendersi con disciplinari seri e controlli, visto che la massima parte dei
rossi da Nero d’Avola sono dei semplici Igt, con regole di produzione quasi
alla portata di tutti. Però qualcosa sembra muoversi. La denominazione Monreale
è una delle etichette che si stanno realizzando e che contribuiranno a fare dei
migliori Nero d’Avola qualcosa di più che di rossi che derivano da un vitigno
che presenta, peraltro, più di 150 varietà diverse, andando a costituire una
delle più vaste e variegate famiglie vinicole italiane. Perché non sarà il
fatto di chiamarsi Nero d’Avola a salvare il Nero d’Avola. Sarà l’appartenenza
a un territorio specifico, il fatto di essere non replicabile altrove e di
poter essere difeso dalle leggi e dalla lungimiranza dei migliori produttori.
Le alternative potrebbero essere pessimi Nero d’Avola in Australia o in
California. Perché i vitigni non sono marchi registrabili, non sono
denominazioni di origine, si possono piantare in molti luoghi e mantengono il
loro nome. Le vigne, le località, i climi, invece no. E se non impareremo bene
questa lezione, difendere le specificità dei nostri vini sarà sempre più
difficile.
SEZIONE
DOMANDE
1. Il
Nero d’Avola sta riscuotendo un notevole successo.
2. Il
Nero d’Avola è un vino molto apprezzato solo dagli esperti di vino.
3. Molto
spesso nei wine bar si ordina il Nero d’Avola chiamandolo con un altro nome.
4. Sembra
che il Nero d’Avola debba il suo successo anche al suo nome.
5. I
vini che hanno nomi di colori non sempre hanno un sapore ben definito.
6. Molti bevitori non conoscono la provenienza geografica
dei vini.
7. L’alto
gradimento del Nero d’Avola fa sì che si mettano sul mercato molti vini dallo stesso nome ma di cattiva qualità.
8. Molti
produttori toglieranno dal mercato i vini di scarsa qualità.
9. La
legge economica di Gresham illustra bene quello che sta accadendo al Nero d’Avola.
10. I
Nero d’Avola di Morgante, Planeta, Cusimano e Firriato sono di scarsa qualità.
11. Il
successo del Nero d’Avola probabilmente sarà rovinato dai cattivi Neri d’Avola
messi sul mercato.
12. I
produttori più prestigiosi riescono a isolare bene i propri vini separandoli da
quelli di scarsa qualità.
13. Le
regole di produzione del Nero d’Avola sono molto severe.
14. La
denominazione Monreale per il Nero d’Avola serve per evidenziare l’alta
qualità del vino.
15. Il
vino Nero d’Avola è così particolare perché si ottiene mischiando 150 tipi di
uva diverse.
16. I
tipi di uva che vanno sotto il nome di Nero d’Avola sono molto diversi fra loro.
Seconda
parte (14 punti)
Leggete il brano seguente tratto da Ponte Milvio,
nell’opuscolo turistico Il Tevere e i suoi ponti (Collana Minimamaxima,
Comune di Roma, 2004, p. 1). Completate le affermazioni della sezione
successiva scegliendo una delle tre possibilità. Dovete segnare 7 risposte in
totale: ogni risposta in più vale due punti in meno.
Ponte Milvio
Detto anche “Mollo” per la sua elasticità, fu costruito nel 109 a. C.
da Marco Emilio Scauro censore sui resti di uno preesistente, già detto Milvio
dalla gens Molvia. Situato alla confluenza delle vie consolari Flaminia,
Cassia, Clodia, e Veientana, ebbe, soprattutto, un ruolo strategico: il
torrione posto a difesa del ponte testimonia la sua importanza. Nella Roma
repubblicana, nelle sue vicinanze ebbe luogo lo scontro fra le truppe di
Catullo e Pompeo, così come, secoli dopo (312 d. C.), l’esercito di Costantino
si scontrò, a Saxa Rubra, con quello di Massenzio (che, sconfitto, cadde nel
fiume ed annegò). Una battaglia che doveva segnare il trionfo definitivo del
Cristianesimo. Restaurato più volte nell’arco dei secoli, vide una
trasformazione basilare da parte del Valadier (nel 1805) che eliminò i due
ponti levatoi in legno, ne completò le arcate in muratura e diede al torrione
d’ingresso la forma ad arco. Semidistrutto dai Garibaldini per ritardare
l’avanzata francese nel 1849, fu nuovamente restaurato da Pio IX per opera di
Francesco Azzurri. Dal 1951 è adibito al solo traffico pedonale.
1. Ponte Milvio:
a) sorge
dove già era un altro ponte.
b) non
aveva funzioni militari.
c) è
distante dalle vie consolari.
2. Le truppe di Catullo e Pompeo:
a) si
affrontarono nei pressi di ponte Milvio.
b) si
riconciliarono nei pressi di ponte Milvio.
c) combatterono
contro l’esercito di Costantino.
3. Massenzio:
a) vinse
lo scontro.
b) scappò
via fiume.
c) morì
affogato.
4. La battaglia fra Costantino e Massenzio:
a) impedì
la diffusione del Cristianesimo.
b) servì
alla diffusione del Cristianesimo.
c) fu
un duro colpo per il Cristianesimo.
5. Gli interventi del Valadier:
a) furono
solo superficiali.
b) riguardarono
solo le basi del ponte.
c) cambiarono
molto l’aspetto del ponte.
6. I Garibaldini:
a) distrussero
completamente il ponte.
b) provocarono
gravi danni al ponte.
c) danneggiarono
il ponte per favorire i francesi.
7. Dal 1951:
a) è
proibito passeggiare sul ponte.
b) sul
ponte si può solo passeggiare.
c) il ponte è aperto alle automobili.
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