Perché il sonnellino si chiama pennica, siesta o pisolino?
1. Attività Rispondi alle domande
1. Durante il fine settimana, o in vacanza, dormi dopo pranzo?
2. Nel tuo paese, quando la gente lavora, fa una pausa dopo pranzo per riposarsi?
3. Che cosa sai della “siesta” in Italia?
2. Leggi l’articolo e immagina un titolo per ogni paragrafo.
IN PIGIAMA O VESTITI SUL DIVANO LA SOSTANZA NON CAMBIA. IL NOME SÌ.
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Venti, trenta minuti di sonno, rigorosamente in pigiama, dopo pranzo: questa è la siesta, tipica
abitudine spagnola. Il nome deriva dal latino hora sexta, che per gli antichi Romani indicava la metà
della giornata, iniziata all’alba (hora prima). I Romani infatti dividevano la giornata in 12 ore,
indipendentemente dalla sua diversa durata in estate e in inverno.
L’abitudine al sonnellino postpranzo è diffusa anche in America Latina, Cina, India e nei Paesi del
Mediterraneo. La siesta consente di non affaticarsi nelle ore più calde e durante la digestione.
Nel 2005 la siesta è stata presa di mira dall'allora premier spagnolo Zapatero che ha provato a
normalizzare gli orari eliminando la pausa pranzo lunga. La manovra ha provocato polemiche e
iniziative curiose, come il “Campionato nazionale di siesta”, tenutosi in un centro commerciale di
Madrid.
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Diversa è l'origine (e il significato) del nostro pisolino e della pennica che di solito si fanno in poltrona
o divano. E certamente non in pigiama. Iniziamo dalla pennica, il cui nome deriva dal latino
pendiculare che significa "essere sospeso, inclinarsi". Chi dorme seduto su una poltrona o una sedia in
effetti pende sui lati o in avanti o indietro. La voce allude al movimento declinante e oscillatorio del
capo di chi sta per addormentarsi in una posizione scomoda.
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La locuzione, di origine toscana, indica un sonno breve e leggero. “Pisolino¹” è un diminutivo di
“pìsolo”, derivato da “pisolare”, di origine incerta ma di uso comune a Pistoia. Al principio del
II secolo a. C. Pistoia era una città romana destinata all’approvvigionamento² delle legioni³. Il suo
nome antico (Pistorium) allude forse a questo suo ruolo: il pistor era infatti il fornaio. E, nel gergo dei
fornai, il verbo “pisolare” (probabilmente dal latino pisare, “macinare”) equivale a “macinare⁴
leggermente” e, per metafora, a “russare lievemente”.
In italiano si dice “schiacciare un pisolino”. Questa espressione risale alla tradizione fiorentina orafa
rinascimentale. In quel tempo nelle botteghe la colata dello stampo veniva "stiacciata" cioè tolta dallo stampo e
lasciata a raffreddare. Nel frattempo gli orafi, che lavoravano di notte, ingannavano l'attesa della "stiacciata"
cioè del raffreddamento, andando a "stiacciare un pisolino”.
² Rifornimento di cibo.
³ “Gruppo” di soldati.
⁴ Trasformare in polvere.
3. Attività . Cercate su internet i posti più strani per schiacciare un pisolino e
mostrate ai vostri compagni il luogo che secondo voi è il più strano.
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